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      All’avvicinarsi del conte colla sua schiera i Trapanesi trassero in città il bestiame, e tutti i giorni lo menavano a pascere in quel chersoneso. Si difendevano da prima con gran cuore, sicuri che il vitto non poteva mancar loro. L’animoso Giordano, visto quel bestiame che colà pasceva, in sul vespro, senza farne motto al padre, messosi in barca con cento compagni, giunse sul far della notte nella penisola e si nascose in certe lustre che vi erano. Al far del giorno, come il bestiame venne fuori, sbucarono que’ predoni, e paratoselo avanti, lo cacciavano verso il lido, per imbarcarlo. Vennero fuori in gran numero i cittadini armati. Giordano e’ suoi compagni, lasciato il bestiame, corsero ad affrontarli: molti ne uccisero; gli altri fuggirono in città; il bestiame fu asportato. Scorati da tale perdita i Saracini, resero a buoni patti la città, nella quale il conte, accresciutone le fortificazioni, lasciò presidio, e quindi venne espugnando molti castelli di quel contado, dei quali investì i suoi militi. Quindi venne a riposare nel castello, che Malaterra chiama Brica, e non è improbabile essere stato Vicari, come alcuni dei moderni storici pensano e come mostra il fatto, che seguì.
      Teneva allora il castello di Castronovo il saracino Beco, il quale, venuto in cruccio col suo mugnaio, lo bastonò. Questi non isgozzò l’offesa; trovò compagni alla sedizione; venne con essi a postarsi sur una ertissima rupe inacessibile, che stava a cavaliere del castello, e chiamò in ajuto il conte, che tosto v’accorse.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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