Alla chiesa siracusana fu promosso il provenzale Rugiero, decano della chiesa di Troina. Tutto quel popolo fu dolente della perdita di quel prelato, il quale per la sua dottrina, pegl’illibati costumi, le dolci maniere, il senno, l’eloquenza era d’esempio a tutti, di guida a molti, non che nell’ecclesiastiche, ma nelle profane faccende. Nè meno virtuoso era il normanno Stefano da Rouen, che il conte promosse al vescovado di Mazzara.
Celebra ne’ suoi fasti la chiesa cattolica la solenne santità di Gerlando, nato in Borgogna di famiglia piemontese, che nelle sacre discipline molto avanti sentiva: ed alla santità e dottrina sua andava del pari il linguaggio. Costui fu da Rugiero scelto in vescovo di Girgenti; e tanto volle privilegiarlo, che la diocesi a lui assegnata si estendeva sino alla sponda settentrionale, e n’erano confini i fiumi Torto e Grande.
Conquistata l’isola di Lipari, vi avevano nel 1088 il duca Roberto e ’l conte Rugiero eretto un monastero di benedettini. Un’altro ne eresse in Patti nel 1099 il conte, che volle unito a quello di Lipari, sì che un abate li governasse tuttaddue, ed un Ambrogio fu il primo vescovo ed abate, perocchè in quell’età i vescovi erano abati di alcun monastero, al quale era addetto il vescovado, e venivano scelti dai loro monaci.
Sottomessa poi l’isola di Malta, Rugiero fece risorgere quell’antico vescovado, ed un Gualtieri fu da lui destinato a quella sede. Nè ai soli vescovadi il conquistatore si tenne. Gli antichi monasteri furono da lui restaurati; di nuovi in gran numero ne furono eretti e largamente dotati.
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