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      E vuolsi qui considerare un fatto riferito dal Malaterra (204). Roberto era tanto avido di dominare, che non pativa che altri possedesse alcun che, presso ai suoi dominî, senza dichiararsi suo vassallo. Goffredo di Conversano, figliuolo di una sua sorella, aveva acquistato la città di Montescaglioso, dalla quale erano dipendenti molte terre e castella. Roberto comecchè non avesse avuto alcuna parte alla conquista, volle che il nipote gliene prestasse omaggio. Negatosi quello, gli fu sopra con tutte le sue forze, e di viva forza lo strinse a riconoscerlo in supremo signore. Or non è credibile che un uomo tale avesse o per generosità o per negghienza, trascurato di chiedere in tutte le occasioni, che ne avea mestieri, il servizio del conte di Sicilia, dal quale avrebbe potuto avere e navi ed armati in maggior numero che non avrebbero potuto darne tutt’insieme i baroni di Puglia e di Calabria. E, se Rugiero venne spesso in Puglia ad aiutare il fratello, ciò fu pei legami del sangue, per cui Roberto venne anche spesso in aiuto di Rugiero in Sicilia. Ed è tanto vero che quei soccorsi erano volontarî, che, quando i duchi di Puglia li cercarono dal conte o dal suo figliuolo, ne li rimeritarono sempre colla cessione della loro parte di Calabria, colla metà di Palermo, e poi coll’altra metà.
      Morto il conte Rugiero, nè il piccolo Simone suo figliuolo, nè Rugiero fratello di lui, nell’ascendere il trono paterno pagarono il relevio o in altro modo ebbero mestieri d’essere riconosciuti dal duca di Puglia.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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