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      Taranto, Otranto, Brindisi, Castro, Oria si resero senza resistere; lo stesso facevano le città, che gli si paravano innanzi nell’inoltrarsi in Puglia.
      Papa Onorio s’accinse a respingerlo colla forza. Venne fuori di Roma con trecento militi; chiamò il principe di Capua, il conte d’Avellino e tutti i confederati baroni; e con tali forze sotto il suo comando venne incontro al conte Rugiero «Ecco» dice qui il Di Blasi «alla testa delle schiere, contro un principe cristiano, e per motivi puramente mondani, un successore di San Pietro, cui Gesù Cristo aveva ordinato di riporre la spada nel fodero». I due eserciti furono a fronte a Vedo-petroso, il Bredano era fra essi. Conosceva Rugiero che l’esercito pontificio non poteva tenere a lungo la campagna; perocchè i baroni, che seguivano il papa, non tenuti dal servizio militare, si sarebbero presto annojati di mantenere a proprie spese le genti loro; ed il papa poteva dar loro; indulgenze, non danaro; e però, avvantaggiandosi del potere egli menare in lungo la guerra, per avere un corpo di mercenarii, e potere, spirato il termine del servizio, tenere a soldo i suoi baroni, venne a porsi ad oste sulle giogaje di que’ monti, ove, se i pontefici si fossero attentati di venirlo ad assalire, poteva combattere con gran vantaggio; senzachè dava così a vedere di non volere essere il primo ad assalire il capo della chiesa. Il papa e i suoi si fermarono nelle supposte pianure, come, per tenergli l’uscita. Stettero così quaranta giorni i due eserciti; era nel cuor della state; i baroni collegati e il papa stesso non potevano patire la sferza del sollione; senzacchè molti di quelli erano già ridotti a tale di vendersi fin le sopravvesti per mangiare; però alcuni nottetempo scantonavano, e tutti altamente mormoravano ed andavano a rilento nel servizio; e però papa Onorio, visto che l’esercito suo era per isciogliersi, mentre il conte di Sicilia serbava intere le sue forze, sbaldanzì a segno che mandò secretamente ad offerirgli la pace, a patto di recarsi in Benevento e ricever da lui l’investitura della Puglia.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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