- VI. Morte del re: sue qualità. - VII. Forma del governo: bajuli, giustizieri e camerari. - VIII. Magna curia: grandi uffiziali: parlamento: alta corte de’ pari. - IX. Prove giudiziarie. - X. Condizione de’ cittadini: villani, rustici, borgesi, militi, baroni e conti. Colletta. Descrizione di tutto il regno. Vincoli de’ feudi.
I. - La pace conchiusa tra re Rugiero e papa Innocenzio fu presto per esser turbata. La provincia di Pescara, contermine allo stato romano che oggi è compresa nell’Abruzzo ulteriore, era allora dipendente dal principato di Capua. Tal ragione mise avanti il re (nè ragioni sono mai mancate ai conquistatori) nello spedirvi con armata mano nel 1140 il suo secondo figliuolo Anfuso principe di Capua, e poi l’anno appresso il primogenito Rugiero duca dì Puglia, a farne lo acquisto. La provincia, comechè sparsa di forti e popolose città e di munite castella, fu ridotta al dominio del re. Quella nuova mossa delle armi siciliane presso ai confini degli stati suoi dava che pensare a papa Innocenzio, il quale non era ben sicuro che que’ confini sarebbero stati rispettati. E però per due cardinali mandò pregando i principi siciliani a non invadere gli stati di lui. Risposero: non esser loro intenzione molestare gli stati altrui; volere solo raccattare ciò che loro si pertenea. Sopraggiunto poi il re stesso in quelle parti, venne da per tutto facendo le stesse protestazioni di amicizia; e, per tranquillare l’animo del pontefice, mandò ordine ai figliuoli di ritirarsi, lasciate le necessarie guarnigioni nelle città e castella della conquistata provincia.
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