Aveva il re, forse con animo di por fine alla nimicizia, fatto chiedere nel 1143 all’imperadore Giovanni Comneno una sua figliuola in sposa di Rugiero duca di Puglia. Gli ambasciadori siciliani, giunti in Costantinopoli, trovarono quell’imperadore e fecero la richiesta ad Emmanuele, figlio e successore di lui. Aderitovi egli, mandò in Sicilia un Basilio Xero a conchiudere il trattato. Costui, oltrepassando i limiti della sua commessione, sedotto dai doni del re, inserì nel trattato la condizione, che indi in poi i re di Sicilia fossero trattati colle stesse onorificenze degli Augusti, o sia i principi della famiglia imperiale. Gl’imperadori bizantini si tenevano assai da più di qualunque altro principe; a segno che quando, nella seconda crociata, Luigi il giovane re di Francia passò da Costantinopoli, in una pubblica conferenza coll’imperadore Emmanuele Comneno, non altro seggio ebbe che un piccolo sgabello, accanto al trono. Lo Xero morto in viaggio campò la pena di quel trascorso; ma tanto fu offeso Emmanuele da quella condizione apposta nel trattato, che non volle pur vedere gli ambasciatori siciliani; ed alcuni degli storici latini dicono averli messi in carcere.
Re Rugiero s’accinse allora a trar vendetta dei torti antichi e delle recenti offese. Lo stesso valoroso ammiraglio Giorgio fu da lui spedito con grande armata in levante, tosto dopo la presa di Mahadia; si avvicinò egli da prima a Corfù e l’ebbe senza resistenza; perocchè molti di quegli abitanti, mal contenti del governo bizantino, si giovarono della congiuntura per iscuoterne il giogo.
| |
Giovanni Comneno Rugiero Puglia Costantinopoli Emmanuele Sicilia Basilio Xero Sicilia Augusti Luigi Francia Costantinopoli Emmanuele Comneno Xero Emmanuele Rugiero Giorgio Mahadia Corfù
|