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      Tali insani ed empii esperimenti erano accompagnati da forme solenni di religione. Si conserva ancora nel duomo di Palermo un’antico messale in pergamena, che certamente è dell’epoca normanna, in cui sono minutamente descritte le benedizioni, le cerimonie e le messe che avean luogo ne’ giudizii dell’acqua fredda, della bollente, del ferro rovente, del pane e del cacio (252). Ma fra tutti i giudizî di Dio il più comune era il duello, come quello, che si attagliava ai costumi generali del secolo; però venne a formarsi una particolare giurisprudenza intorno a ciò; leggi e riti religiosi furono stabiliti sulle persone che poteano combattere, sulle armi che potevano usarsi, sui campioni che potevano sostituirsi, sui giuramenti da prestarsi, sul modo da tenersi nel combattimento. Si sfidava il contendente, per provare il suo torto; si sfidavano i testimoni, per provare la falsità della loro deposizione; si sfidava il magistrato stesso, per provare l’ingiustizia della sentenza, e ciò si chiamava falsare il giudizio.
      Per assurde che fossero tali prove, essenziale difetto loro non era quello di non menare allo scoprimento della verità. Certo che all’età nostra ogni mascalzone incallito al delitto si troverebbe contento di provar la sua innocenza coll’acqua fredda, col pane e cacio, colle armi; ed ogni innocente sfuggirebbe il cimento dell’acqua calda e del ferro rovente; ma in quell’età, in cui l’ignoranza e la superstizione andavano, come son sempre ite, del pari, nessuno osava dubitare, che in tali casi dovea necessariamente accadere un miracolo, e di tali miracoli migliaja dovevano narrarsene e credersi.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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