Pagina (543/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma come funesta era stata al pro Serlone la fratellanza giuratagli dal saracino Brahem, fatale tornò in appresso al grande ammiraglio il giuramento dello arcivescovo, non meno tristo del saracino. Rivolsero costoro le loro mire contro il virtuoso conte di Policastro gran contestabile del regno; e per farlo cadere dall’animo del re, cominciarono destramente a farlo entrare in sospetto che egli teneva secrete corrispondenze col conte di Lotorello. Il conte di Policastro aveva in quei dì unita tutta la sua gente a quella del cancelliere Ascontino, per reprimere i movimenti sediziosi de’ baroni di Puglia e respingere l’invasione, di cui il regno era minacciato. Una briga era nata, e forse si era secretamente suscitata dal grand’ammiraglio fra le due bande, che il gran contestabile avea tosto sedata. Ciò non di manco il cancelliere, ligio del grand’ammiraglio riferì quel fatto al re, lo esagerò, ne diede colpa al gran contestabile, soggiunse, che egli tenea secrete pratiche col conte di Lorotello, e che, per favorir lui e gli altri baroni nemici, cercava di ribellar l’esercito. Guglielmo, senz’altro esame, dimentico de’ passati servizii e dell’irreprensibile condotta del gran contestabile, lo spogliò della carica e gli ordinò di venire in Palermo a giustificarsi. Quello, confidando nella propria innocenza, vi venne; ma appena giunto, senza ammetterlo a discolpa fu carcerato (258).
      III. - Correva intanto l’anno 1155; l’imperador Federico Barbarossa era già venuto in Roma a coronarsi; ma una violenta morìa sopraggiunta nel suo esercito, l’obbligò a ritornare in Germania, senza nulla tentare contro il regno di Sicilia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Serlone Brahem Policastro Lotorello Policastro Ascontino Puglia Lorotello Palermo Federico Barbarossa Roma Germania Sicilia