Qui, levatosi un Rugiero di Martorano, barone di gran nome, per parte di tutti gli altri rispose «Io non so con qual cuore abbii tu preso consiglio d’eseguire gli ordini di un traditore; di chiamarlo, contro la opinione di tutti, innocente; e con assumerne la difesa, farti credere complice della congiura da lui ordita. Non è da maravigliare se per costui parteggino coloro, i quali, o stretti dalla miseria, pongon dall’un dei lati l’onesto; o vili di sangue e di cuore, si tengono onorati dal piaggiarlo; o non hanno altro modo d’elevarsi dal basso stato in cui nacquero; o per avere avvilita con azioni men che oneste la nobiltà loro, hanno perduto ogni sentimento d’onore; ma tu chiaro di sangue, e finora anche chiaro di nome, tu ricco, tu che puoi di per te stesso aspirare ai primi onori, a che vuoi tu accattare con turpi mezzi turpissima civanza? Se alcuno non vi fosse che osasse mostrar la fronte al tiranno, dovresti tu solo imprendere la vendetta di tanti nobili ingiustamente banditi, carcerati, traditi, mutilati, spogliati dei loro beni, disonorati nelle loro famiglie e in mille modi cruciati. Ed ora che tutti con unanime volere, contro di lui ci leviamo, tu, solo tu, lo predichi innocente. E qual è più nocente di lui, che centella il sangue de’ buoni, che incrudelisce contro coloro che conosce incolpabili, e che cospira contro la corona e la vita di un re, dal quale è stato elevato a tanta altezza? E tu chiami ciò innocenza? Approvi tu quel reo disegno? Non pensi qual macchia quindi porterebbe il tuo nome?
| |
Rugiero Martorano
|