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      Potrai non esser chiamato spergiuro, se acconsenti al regicidio, tu che giurasti al re fedeltà? Potrai non esser tenuto vilissimo degli uomini, se ti soffre l’animo di prestare omaggio a tal plebeo? Dirai tu venendo a regnar Majone, sarai il primo appo lui; a piene mani a te si verseranno gli onori; tue saranno le più nobili contee... Oitù sconsigliato! Pogniamo il re deposto; regnerebbe per questo Majone? Il giorno stesso, in cui vorrebbe usurpare il regno, sarebbe con tutti i suoi consorti messo a morte, se altri armi mancassero, a furia di sassi. Pensa che tutti gli sguardi nel regno sono a te rivolti; che che sarai per fare, non può essere ignoto; nè puoi fare che il tuo nome non venga quindi innanzi famoso o per insigne virtù o per viltà insigne. Schifa un suocero, dal quale bruttata verrebbe la chiarezza dei tuoi natali. Ricusa una sposa, che ti darebbe figliuoli, per lo sangue biforme, degeneri. Accingiti alla comune vendetta. Torna in libertà te e quanto avanza della nobiltà siciliana. Conosca per prova il comune oppressore, che ad uomini valenti nè la rabbia dalla vendetta, nè un ferro per appagarla manca mai. La salvezza del re, la pace del regno, la libertà di noi tutti in tua mano, e solo in tua mano, è riposta. Propizia fortuna offre a te solo il destro di farti chiaro coll’illustre attentato. Il tiranno vive tanto sicuro d’averti con sue male arti fascinato, che solo tu fra i nobili del regno puoi senza tema o sospetto a tuo grand’agio affrontarlo e metterlo a morte; Corri, corri intrepido ove l’onore ti chiama.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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