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      La somiglianza del nome potrebbe farla credere quella che oggi chiamiamo Zisa; ma molti e gravi argomenti mostrano d’essere quest’edifizio opera dei Saracini. Convien dunque credere che il palazzo di Lisa sia ito giù, come quelli di Favara e di Mimnerno, di cui parla Falcando.
      XIX. - Mentre quest’opera era per essere recata al suo termine, Guglielmo fu colto da grave dissenterìa. Fu vana l’opera de’ medici e particolarmente di Romualdo arcivescovo di Salerno, il quale, come allora solevano tutte le colte e gentili persone di quella città, professava medicina, per esser fiorentissima la scuola ivi da gran tempo stabilita da’ Saracini. Col costoro ajuto parve che il male volesse cedere; ma ingagliardito istantaneamente, lo trasse al sepolcro addì 7 di maggio 1166, nel 46 anno dell’età sua e nel 15 del suo regno. Prima di morire, Guglielmo chiamò a sè tutti i vescovi ed i baroni del regno ed in loro presenza palesò l’ultima sua volontà; lasciò il figlio primogenito Guglielmo, che allora non compiva il 14 anno dell’età sua, erede del regno di Sicilia, del ducato di Puglia e degli altri suoi dominî, tranne il principato di Capua, di cui investì il secondo figliuolo Arrigo; volle che la regina Margherita governasse il regno, durante la minorità del figlio, assistita dai suoi ministri, il gran protonotajo Matteo, Riccardo Palmeri e l’eunuco gaito Pietro.
      Seguita la sua morte, la regina ed i ministri, a scanso che la notizia subitamente divulgata non fosse cagione d’alcun disordine, continuarono a far credere al popolo d’esser ancora in vita il re, finchè non si fosse riunito il parlamento per la legale proclamazione e coronazione del nuovo re.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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