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      Era lo Stefano stretto congiunto della regina, per essere la regina di Navarra, madre di lei, dei conti del Percese; ed, oltre ai legami del sangue, era essa grata a quella famiglia; perchè per l’ajuto dì quel conte avea il padre suo ottenuto il regno di Navarra. Per tale ragione Stefano fu da lei accolto con grande onorificenza. I cortigiani, i vescovi, le milizie gli vennero incontro e lo condussero al real Palazzo, ove la regina, dopo le prime accoglienze, pubblicamente dichiarò: esser sua volontà che quel suo parente fosse da tutti onorato di grado; e da ciò sarebbe essa per conoscere la fede e l’amore di ciascuno verso di sè e del re; e tutti, ma non tutti di buona voglia, lo promisero.
      Stretto poi dalla regina a fermarsi in Sicilia, per ajutarla nel governo, Stefano, informato già dal nipote delle fazioni, che agitavano la corte, del carattere de’ cortigiani e de’ ministri, della corruzione de’ magistrati e della prevalenza degli eunuchi, era restìo; ma la regina tanto fece, mettendogli in veduta gli onori, che a lui serbava, la ricchezza che sarebbe per acquistare, la povertà de’ paesi oltramonti, ove volea tornare, e soprattutto promettendo grandi premî a coloro, ch’erano con lui venuti, che finalmente lo indusse a rimaner seco. Ottenuto ciò, convocò il parlamento, ed ivi lo dichiarò gran cancelliere del regno e gli conferì la somma potestà fra tutti i ministri. Fattolo poi all’arcivescovo di Salerno ordinare suddiacono, diede ai canonici di Palermo la facoltà, lungo tempo da loro chiesta invano, di scegliere il nuovo arcivescovo; riuniti poi nel real palazzo, a voti unanimi (e chi potea dissentire?


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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