Come il conte di Monopoli pubblicò la sentenza, il conte di Molise, avventato com’era, gridò essere ingiusta e si dichiarò pronto a provarlo colla spada. Il conte di Monopoli vietò che alcuno rispondesse all’audace; dicendo: non a loro, ma al re esser diretta l’offesa. I vescovi furono destinati a condannarlo come sagrilego, giusta la costituzione di re Rugiero, per avere falsato il giudizio; e quelli dichiararono: esser i suoi beni, le sue membra e la sua vita a disposizione del re (281); ed immantinenti fu chiuso nel castello di Taormina.
Il conte di Montescaglioso era stato imprigionato nel castello di Reggio. Altri pochi de’ cospiratori furono chiusi in diversi castelli del principato di Salerno. Il conte di Gravina allora, dandosi vanto che per opera sua ogni cosa era tornato tranquillo, ne chiese in merito la contea di Lorotello e l’ottenne. Ciò destò generale dispiacere; perchè veniva così a chiudersi la strada al ritorno del conte di Lorotello, che tutti amavano; e venne ad accrescere ne’ nemici del gran cancelliere il desiderio d’allontanare lui e tutti i suoi Francesi, i quali miravano a ridurre nelle loro mani tutte le cariche e tutti i feudi del regno. La regina in questo, avea disposto di rimandare in Ispagna il conte di Montescaglioso suo fratello, datogli mille once; e, perchè dovea lasciar la Sicilia e fare ritorno in Francia Otone Quarrel, si diede a lui ordine di apprestare per quel viaggio sette galee, menar seco quel conte e lasciarlo nella spiaggia d’Arli.
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