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      Guglielmo, che leale fu sempre nelle sue promesse, ricusò l’una e l’altra proposizione.
      XIII. - Era allora poco di lungi da Palermo un luogo di delizia lieto di copiose acque, di ameni giardini, di folti boschi, abbondantissimi di selvaggiume, ove i re normanni andavano spesso a diporto ed a caccia; e però avea nome Monte-reale. Ivi re Guglielmo nel 1174 fabbricò un magnifico tempio con un monastero di benedettini; nè contento all’averlo generosamente dotato ed al privilegio ottenuto da Papa Alessandro III d’esser quel monastero esente della giurisdizione di qualunque vescovo, lo volle eretto in arcivescovado; e ciò gli venne accordato nel 1182 da papa Lucio III il quale statuì che gli abati dal monastero fossero arcivescovi ed i suoi monaci fossero i canonici di quel duomo. Venutosi popolando quel sito, vi sorse la città, detta oggi Morreale.
      XIV. - Tali religiose occupazioni non distoglievano il re ed i suoi minisiri dal pensiero del suo maritaggio, intanto più divenuto necessario, in quanto, morto il principe di Capua, che era promesso sposo d’una figliuola del re di Scozia, non restava altro maschio legittimo della famiglia sovrana. Riccardo Palmeri, che allora era già vescovo di Siracusa (288), propose la principessa Giovanna figliuola di Arrigo II re d’Inghilterra; assentitovi il re e gli altri ministri, e particolarmente l’arcivescovo di Palermo, inglese anch’esso, furono spediti ambasciatori a farne la richiesta ed a stabilire i patti del matrimonio, Elìa eletto vescovo di Troja, Arnaldo vescovo di Capaccio e il giustiziere Florio di Camarotta.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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