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      - VI. Secondo maritaggio di Federico. - VII. Papa Gregorio. - VIII. Scomunica di Federico: manifesto di lui. - IX. Partenza di lui per la Palestina. Racquisto di Gerusalemme. Molestie sofferte da Federico in Palestina. - X. Invasione dell’esercito pontificio. - XI. Ritorno di Federico. Pace.
      I. - Il regno di Sicilia e gli stati oltramare, turbati già pel cambiamento di signoria, furono sconvolti del tutto nella minorità di re Federico, comechè la morta regina, per dare al figliuolo un potente sostegno, ne avesse affidata la tutela al pontefice Innocenzio III, che dichiarò bailo del regno, e destinato avesse reggenti, per istare appresso al re e governare per lui, gli arcivescovi di Palermo, di Morreale e di Capua e ’l vescovo di Troja, ch’era gran cancelliere del regno. Da una tale disposizione nacquero le prime dissidie. Il Pontefice spedì in Sicilia un suo legato a far le sue veci; i reggenti, sia che non avessero voluto sottostare ad altra autorità, sia che avessero creduto, che nello spedir quel legato, il papa veniva ad esercitare un dritto che non avea, poco o nessun conto facevano di lui: perchè quel cardinale, che uomo pacifico era, per non entrare in brighe fece ritorno in Roma.
      In questo, il ricantato Marcaldo di Kallindin, che in gran potenza era venuto durante la vita di re Arrigo imperatore, dal quale era stato fatto gran siniscalco dell’impero, duca di Ravenna e di Romagnola, marchese d’Ancona e conte di Molise, mal comportando l’essere stato bandito dalla regina Costanza, non sì tosto seguita la morte di lei, si accinse ad afferrare il supremo potere, dicendo di essere stato dal morto re nel suo testamento dichiarato bailo del regno; anzi cercò di sedurre occultamente il pontefice con generose offerte di denaro e con invenia, per non opporsi a quanto ei fosse per fare per salire al trono, cacciatone il pupillo re, ch’ei diceva d’essere figliuolo suppositizio.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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