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      Papa Innocenzio, che altronde avea posto l’animo a cacciar dall’Italia tutto lo sciame degli Alemanni, che da Federico Barba-rossa in poi eran venuti ad acquistarvi feudi, principati e signorie, non lasciò nè intimorirsi, nè indursi; scomunicò Marcaldo e tutti coloro, che lo favorivano; lo dichiarò nemico pubblico; ed ogni opera fece, perchè la impresa di lui andasse a voto. L’alemanno lasciato a sottomettere le provincie oltremare il conte Aropoldo ed altri baroni della stessa nazione, passò in Sicilia; al suo apparire i Saracini si levarono in armi ed a lui s’unirono. Con quella giunta di forza si diresse a Palermo, ove papa Innocenzio avea spedito il maresciallo della Chiesa con una schiera di militi, in difesa del re. Nei campi tra Palermo e Morreale seguì sanguinosissima battaglia, nella quale Marcaldo ebbe la peggio, e fuggì, lasciando sul campo il fiore della sua gente e tutte le bagaglie.
      Mentre in Sicilia tali cose succedevano, giunse in Roma Gualtiero conte di Brenna marito di Altidia, prima figliuola di re Tancredi, ed in nome della moglie si die’ a dimandar la contea di Lecce, antico patrimonio della sua famiglia, e il principato di Taranto. solennemente concesso dal re Arrigo imperadore e Guglielmo III. Il pontefice non si lasciò scappare quel destro di acquistare un gran sostegno contro gli Alemanni, menò buona la dimanda del conte, fatto prestar giuramento a lui, alla moglie ed alle sorelle di lei di nulla imprendere mai contro la vita, l’onore e il regno di Federico; di fare ogni sforzo per cacciare dal regno Marcaldo e gli altri Alemanni; e di sostenere la balia del pontefice.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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