Favorito dal ricantato conte Aropoldo, cui creò duca di Spoleto, dal conte di Celano gran giustiziero del regno e degli altri baroni tedeschi, che avversi erano al governo di Federigo prima di spirare l’anno 1211 si trovò padrone di tutta la Puglia, della Terra-di-lavoro e di parte della Calabria.
Papa Innocenzio tentò tutte le vie pacifiche d’indurre il Sassone a desister dall’impresa e dar pace a re Federigo; ma riuscita vana ogni opera, lo scomunicò e lo dichiarò decaduto dall’impero. Tale era lo stato delle cose in Germania, che quei fulmini della Chiesa furono fatali ad Otone. Era antica ed ereditaria nimistà tra la famiglia di Sassonia e quella di Hohenstauffen, di cui Federigo re di Sicilia e duca di Svevia era il capo. Le due potenti famiglie in ogni nuova elezione d’imperadore acremente pugnavano per giungere al trono. Ognuna delle due traeva appresso un gran codazzo di principi, di dottori e di baroni; però ogni imperadore avea sempre una fazione avversa e potente, che agguatava il destro di nuocergli. Le bolle di papa Innocenzio vennero così a suscitare un grande incendio in Germania. Il re di Boemia, il duca d’Austria, il duca di Baviera, il Langlavio di Turingia, gli arcivescovi di Magonza e di Treveri e tutti gli altri vescovi e principi, che allora concorrevano all’elezione degli imperadori riuniti in Bamberga promossero al trono imperiale il giovane Federigo re di Sicilia ed a lui spedirono Arrigo di Nofan ed Anselmo di Sunstigen, per invitarlo a recarsi in Germania, per ricevervi la corona (309).
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