S’era allora già cominciato a freddare la mania degli Europei di correre a torrente al conquisto di Gerusalemme; ma non s’era freddato già ne’ romani pontefici lo zelo di spingere a tali lontane imprese i principi, massime quelli, dei quali aveano a temere la vicinanza e l’ambizione, e però Federigo sin dal 1215 avea dovuto giurare di recarsi con esercito poderoso in Palestina; ma in dodici anni avea rinnovato spesso e non adempito mai il giuramento, del quale si valea per trar denaro dai sudditi. Oltre alla decima imposta nel 1221 sui beni dei secolari, ed alla vigesima su quelli degli ecclesiastici, e le straordinarie imposte del 1223 e del 1224 per la guerra co’ Saracini, un mutuo esasse da tutto il regno dopo il giuramento prestato nel 1224 ed una colletta nel 1227; e ben possiamo argomentare la gravezza di tali tributi dal fatto, che il monastero di Montecasino pagò pel mutuo del 1224 once milletrecento e per la colletta del 1227 once quattro centocinquanta (318); tassa esorbitante, atteso l’alto valore delle monete in quell’età.
Ciò non però di manco, da che ebbe il regno di Gerusalemme, pare che Federigo abbia seriamente pensato a portar le armi in oriente, se non per raccattare il perduto, per conservare quelle città, che a lui ancora restavano di quel regno; e però ne’ primi giorni del pontificato di Gregorio vi avea già spedito parte del suo esercito (319); ed anche prima avea già chiamati per riunirsi a Brindisi nell’agosto del 1227, tempo in cui avea promesso di far mossa, tutti i principi che avean presa la croce.
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