Gli apponea principalmente d’essersi coronato da se stesso e d’avere concionato al popolo, per mostrare d’esser egli innocente ed accusare il pontefice d’ingiustizia, di simonia, di avarizia; d’aver conchiuso da se solo, senza intervento e scienza d’altri, il trattato col soldano, del quale trattato, per essere stato steso in lingua araba, s’ignoravano le condizioni, ma era da presumere che fossero favorevoli ai musulmani, dachè egli inclinava più alla fede di Maometto, che a quella di Cristo. Lo accusava di avere avuto oscene tresche con alcuna ballerina cristiana in Tolemaide ed anche con donne saracine; d’avere spogliato de’ loro beni persone ecclesiastiche, d’avere con viltà e violenza cacciati dal pulpito, scudisciati e maltrattati i predicatori (337). Per tali ragioni dichiarava di tenere per nullo tutto ciò ch’ egli avea fatto in Terra Santa, e gli facea guerra; essendo giusto e necessario alla fede cristiana, che fosse deposto dall’impero un così valido persecutore della Chiesa (338).
Per una strana confusione di parole e d’idee si parlava di fede cristiana, ove non avea luogo; si chiamavano persecutori della Chiesa que’ principi, che difendevano le prerogative della loro corona e non pativano la giurisdizione da altri usurpata; all’usurpazione stessa si dava il titolo di libertà della Chiesa e Chiesa e papa si volea che suonassero lo stesso. Quel garbuglio di parole e d’idee giovava allora ai papi, perchè i creduli accorrevano più facilmente alle loro bandiere; ma l’abuso di confonder Chiesa e papa tornò poi in grave danno della religione; perchè fece credere ad alcuni o che la Chiesa andava, come l’uomo, soggetta ad errore, o che l’uomo promosso al papato non era più uomo.
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