Venuto poi a Siragusa, vi chiamò il parlamento, ove fu stanziato, che nessuna persona dell’uno e dell’altro sesso possa, pena la perdita de’ beni, contrarre nozze cogli stranieri. Un parlamento convocò poi in Messina nel gennaro 1234, in cui furono assegnati i tempi ed i luoghi dei pubblici mercati; e furono istituite le adunanze dei rappresentanti di tutte le città e terre del regno, da riunirsi due volte l’anno, nelle quali ognuno dovea proporre la sua querela contro il gran giustiziere, i giustizieri e qualunque altro magistrato.
Mentre il re imperadore dava opera a punire i sediziosi del regno, e migliorarne il governo, una sedizione di assai più grave momento si preparava in Germania. I Milanesi e tutti i guelfi d’Italia, sicuri che Federigo, dato sesto alle cose del regno avrebbe impreso a sottometterli, per divertirne la forza indussero alcuni de’ principi e dei baroni di Germania a levarsi in armi contro di lui. Lo stesso suo figliuolo Arrigo entrò nella cospirazione. Non è facile il conoscere onde il mal consigliato giovane si sia mosso. Si vuole da alcuni, che ciò sia stato per la gelosia del minor fratello Corrado, cui il padre mostrava di prediligere; ma gli scrittori ghibellini ne accagionano papa Gregorio che, a dire loro, era secreto motore di tali mene.
Federigo, avuto lingua di ciò mentre era in Sicilia, venne prima in Puglia, indi dopo la Pasqua del 1235 si recò in Germania senz’altro accompagnamento che il suo figliuolo Corrado. L’arrivo suo inaspettato scompose la trama; i principi, i baroni; le città fecero a gara per mostrarglisi divoti.
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