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      Re Federigo imperadore dal canto suo bandì nel 1239 che tutti i frati predicatori e minori di Lombarda nazione fossero cacciati dal regno, e quelli che restavano e tutti gli altri religiosi dessero cauzione di non offendere il governo; che tutti i baroni, che nella prima contesa avean parteggiato pel papa, si recassero con armi e cavalli all’esercito di Lombardia; che tutti coloro che erano in Roma, tranne quelli mandati dal governo o banditi, ne ritornassero, altrimenti si confiscassero tutte le rendite loro; che si confiscassero le rendite di tutti i chierici stranieri; che nessuno potesse recarsi in Roma senza licenza del gran giustiziere; che qualunque persona colta con addosso lettera e brevi pontifici, fosse di presente impiccata (351). Cacciati poi i monaci dal monastero di Montecasino, lo guernì di milizia, lasciatovi solo otto monaci pel culto divino.
      VII. - Sentiva paga Gregorio quanto pericolosa era la sua situazione a fronte d’un tale avversario; e però per lettere e per messi sollecitava i principi d’Europa ad armarsi in sua difesa; ma per lo bandir crociate ed offerir lo impero, nessuno si mosse; che i popoli ed i principi transalpini più presto per Federigo che per lui tenevano. Dicevano gl’Inglesi, avere il papa promosso Federigo all’impero, non per benevolenza, ma per opporre un potente nemico ad Otone, cui facea guerra per avere egli impreso a recuperare le provincie staccate dallo impero, e per la ragione stessa fare oggi la guerra a Federigo; essere stata l’Inghilterra spesso molestata dal papa, mai dall’imperadore; avere il papa testè apposto all’imperadore; d’essere seguace di Maometto e non di Cristo, come ora gli appone di credere Cristo e Maometto ciurmadori?


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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