Per tal ragione le lettere in Sicilia venivano estinguendosi, a misura che i disordini e la corruzione. di Roma negavano ogni ricompensa al merito; e si spensero del tutto, quando la sede dello impero fu tramutata in Bizantino, se non si vuol tener conto di alcuni miserabili, che nel periodo del dominio bizantino scrissero sulle tante religiose controversie, alle quali die’ luogo l’innesto che fecero i Greci della metafisica platonica sui precetti purissimi di G. Cristo (457).
V. - Nè le lettere poteron risorgere in Sicilia colla dominazione de’ Saracini, comechè molti de’ Saracini siciliani si fossero, come quelli di altre parti, distinti pel loro sapere. Ahmed ben-Abi-al-Aglab dettava con lode e prosa e versi; Mohammed-ben-Issa-ben Almumen-abu-abd-Allah si distingueva nella geometria e nell’astronomia; Abu-abd-Allah-Mohammed-ben-Hajun faceva in un poema la parafrasi del corano; Abu-al-Hassan-Ali-ben-Abd-Anahaman, detto volgarmente Albabuni, poetava; Esserif-Essachali o sia il siculo, da Mazzara, famoso medico, filosofo, astronomo, cosmografo, compilava una minutissima descrizione di tutte le parti del mondo; Abu-al-Kasem-ebn-al-Kattaa stendea un vocabolario filologico della lingua araba; Abi-al-Kasam-Ali-ben-Giaber, detto volgarmente Eba-Catana scrivea sull’arte poetica; Abn-Hasem-Mohammed-ebn-Djaffer ab-Mikki, tra tante opere una ne dettava «sul conforto dell’uomo obbediente» Mohammed-ben-Abi-Mohemmed-ben-Zefir scrivea: «La consolidazione nelle sciaure» ed un anonimo, in un lungo dialogo tra Ben-Sabin ed un principe cristiano, trattava «dello stato dell’anima.
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