Libera Troja della presenza del legato, mandava quei due messi a giurar fedeltà al re Corrado II ed al principe. Poco stante venne l’avviso che, coloro che la sera innante s’eran chiusi nel palazzo di Foggia, la notte si eran fuggiti, lasciate ivi tutte le bagaglie. Così Manfredi con una sola battaglia disfece del tutto due eserciti e ricuperò due città. Nè qui la sua fortuna si tenne; Bari, Venosa, Acerenza, Rampolla, Melfi, Trani, Barletta, in somma tutta la Puglia, da Otranto in fuori, tornò in poco d’ora alla sua obbedienza.
VI. - Tanto fu lo spavento che sparse in Napoli l’arrivo del cardinal legato e degli altri fuggiaschi, che il papa e tutti i cardinali a gran fatica poterono essere indotti dal marchese di Bembourgh a rimanere in quella città; ove papa Innocenzio IV, sopraffatto dagli anni e dalla paura, arrovellato per lo sguizzargli dalle mani un regno, che già teneva annesso al patrimonio di San Pietro, accuorato del vedersi venire addosso minaccioso e potente un principe che testè sfatava, a segno di volerlo far morire sul patibolo come un malfattore infame, venne a morire addì 7 di dicembre del 1254. Tosto dopo fu promosso il vescovo d’Ostia, che prese il nome d’Alessandro IV.
In quel tempo stesso il perfido moro Giovanni s’era ritirato in Acerenza con quei Saracini, che avea seco menato; ma questi, venuti a giorno del tradimento di lui, lo misero a morte, lo fecero in brani, ne mandarono la testa a Nocera, che a pubblico esempio fu appesa alla porta detta di Foggia.
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