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      Mentre era in pendente intorno a ciò, gli giunse avviso, che il conte Federigo Lanza suo zio, da lui destinato a sottomettere la provincia di Terra-dOtranto, era stato cacciato dalla terra di Nerito, che era stata presa, arsa e spianata dai Brindisini; e però lasciata Guardia-lombarda, colà corse di volo coll’esercito. Trovò Brindisi, Otranto, Lone, Oria, Misagno tanto tenaci nel seguire le parti papali, che nè per lo farne crollar le mura, nè per lo sperperarne le campagne, potè farvi altro frutto che il sottomettere all’obbedienza la sola città di Lone.
      VII. - Papa Alessandro, mentre avea tenuto in pastura i messi di Manfredi col mettere avanti quel vano puntiglio, era venuto levando un nuovo e più poderoso esercito; e quando questo fu in ordine, ruppe ogni trattato, destinò suo legato il cardinale Ottaviano, il quale con quello esercito comandato dal marchese Bertoldo di Bembourg entrò in Puglia. Fu forza allora a Manfredi tornare indietro, per far fronte alla nuova invasione. Venuto in Nocera, accrebbe con nuova leva il suo esercito, e corse ad affrontare il legato. Era costui accampato sul monte, che da prima fu detto Fornicoso e poi re Federigo imperadore gli avea dato il nome di Montesano, e vi si era afforzato in modo che il tentar di cacciarnelo sarebbe stato imprudentissimo. In quella vece Manfredi venne a porsi colla sua gente di fronte ai pontificî, per trarli a battaglia in campo; ma coloro, malgrado il loro numero a gran pezza maggiore, non s’attentarono di farlo.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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