Stettero così lung’ora i due eserciti, aspettando gli uni d’essere assaliti ne’ loro ripari, e gli altri di trarneli fuori, quando giunse nel campo del principe il maniscalco del duca di Baviera, zio di re Corrado II, il quale dallo stesso duca e dalla regina Elisabetta madre del re era stato spedito al principe ed al papa, per trattare alcun accomodamento. Il legato ed il marchese Bertoldo, saputo il costui arrivo, proposero al principe una sosta, e ’l principe vi aderì. Fu convenuto, che durante la dimora presso il pontefice di quell’ambasciadore e degli altri messi, che per parte sua il principe vi avrebbe spediti, e per cinque giorni dopo di essere ripartito, si cessasse dall’una parte e dall’altra da qualunque ostilità. La quale convenzione fu giurata dai personaggi più distinti delle due parti.
Manfredi, sicuro che quel trattamento, secondo il solito, era per andare in lungo; nè credendo il cardinale legato capace di rompere un giuramento tanto solenne, volle far coll’esercito una gita nella bassa Puglia, per dare alcun riposo alla sua gente in quel paese abbondevole di tutto e far cuore agli abitanti, la cui fede per la nuova invasione potea vacillare; ma, giunto in Bari, ebbe avviso che il cardinale, appena s’era egli dilungato, avanzando coll’esercito in Capitanata, era venuto a soprapprendere Foggia e s’era messo ad oste nella città e nei dintorni con animo o di espugnare Nocera, mentre il principe n’era lontano, o di combattere il principe, se s’attentava di soccorrer Nocera.
| |
Baviera Corrado II Elisabetta Bertoldo Puglia Bari Capitanata Foggia Nocera Nocera
|