Qui giunse allora la notizia di esser venuto a morte il giovane re Corrado II; per lo che il parlamento, riunito in Palermo, stanziò che il principe, senza por tempo in mezzo, ascendesse il trono già vuoto (482); e però addì 11 di agosto del 1258 Manfredi fu coronato, come i re suoi antecessori, nel duomo di Palermo.
Passato re Manfredi nel continente tosto dopo la sua coronazione, veniva da per tutto spargendo grazie e ricompense. Fermatosi in Salerno, spedì ne’ primi giorni d’ottobre suoi messi in Napoli, per intimar la città a darsi a lui. I Napolitani risposero ch’erano ridotti a tale miseria da non potere pagar più gli stipendi ai soldati, che il papa agiva con freddezza, e che non volevano, per una vana speranza, devastati una seconda volta i campi loro, come era accaduto a tempi di papa Innocenzio; per tali ragioni con lieto animo sì diedero al re. Tutta la provincia ne seguì l’esempio; e la gente papale sulla fine dello stesso ottobre sgombrò (483). Venuto in Napoli, si mostrò re Manfredi con tutti benigno ed alla mano, creò trentatrè cavalieri. Ricordatosi dell’arciprete Caracciolo, che era stato suo precettore, dimandò se fosse vivente alcuno della famiglia di lui; e dettogli di esservi Anselmo e Riccardo suoi nipoti, avutili a se, li armò cavalieri e loro assegnò cinquant’onze.
Venuto poi in Foggia, vi convocò il parlamento del regno (484). Ivi furono sanciti molti provvedimenti per la retta amministrazione della giustizia, per rimetter l’ordine del regno e bandire quegli abusi che nelle precedenti perturbazioni s’erano introdotti.
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