Fuggì il Peugricard colla maggior parte de’ suoi, perduto tutte le bagaglie e quasi tutti i cavalli. Sparsasi rapidamente in Sicilia la notizia della disfatta di Peugricard, Girgenti, Terranova, Alicata, Noto, Calascibetta, Nicosia, Catania, Augusta, Sangiovanni, Centorbi, Piazza e poi l’una appresso all’altra tutte le città dell’isola, tranne le tre ricantate, proclamarono Corradino. Solo con Troina e Lentini ebbe luogo la forza; perchè ivi si erano afforzati i guelfi, che in Sicilia si dicevano Ferracani (495).
In questo i Pisani mandarono nella spiaggia di Roma in soccorso di Corradino l’armata loro di ventiquattro galee. Il conte Federico Lanza, cui re Corrado II avea destinato a governar per lui la Sicilia ed a comandare tale armata, menando seco tutti i baroni Siciliani, ch’erano esuli, per non aver voluto piegarsi a riconoscere il dominio di Carlo, dato prima il guasto alla campagna di Mola e di Gaeta, venne a sbarcare a Milazzo. Posto piede a terra, saputo che il Peugricard si era ritirato in Messina, con quella gente, che avea potuto accozzare, volea correr diviato ad assediarlo. A tale oggetto mandò ordine al Capece, ed al principe Federigo di venire a Milazzo, per accomunar le forze. Se un tal pensiero fosse stato eseguito, forse allora avrebbe avuto fine la dominazione angioina in Sicilia; ma, perchè era scritto negli eterni decreti che ciò dovesse accadere in modo più atroce, que’ due per non sottostare all’autorità del conte Lanza, si negarono ad ubbidirlo, ed i Messinesi, invece di avere a difendersi da lui, fecero di offenderlo e gravemente.
| |
Peugricard Sicilia Peugricard Girgenti Terranova Alicata Noto Calascibetta Nicosia Catania Augusta Sangiovanni Centorbi Piazza Corradino Troina Lentini Sicilia Ferracani Pisani Roma Corradino Federico Lanza Corrado II Sicilia Siciliani Carlo Mola Gaeta Milazzo Peugricard Messina Capece Federigo Milazzo Sicilia Lanza Messinesi
|