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      III. - Ciò non però di manco non venne meno il coraggio di re Pietro e dei suoi; che anzi in quel tempo stesso il prode ammiraglio Lauria riportava splendissima vittoria sui Provenzali. Un’armata provenzale era ita a soccorrere il castello di Malta strettamente assediato da Manfredi Lanza; avutone avviso l’ammiraglio siciliano, or fu sopra. Acremente pugnossi; chè non meno del siciliano era prode l’ammiraglio francese, il quale nel forte della mischia, passato d’un salto sulla galea comandata dal Lauria, con una scure che brandiva cominciò a fare orrida strage. Mentre il Lauria gli correa incontro, un dardo traforatogli un piede, lo fisse al palco della galea e nell’affaticarsi a svellernelo, l’ammiraglio nemico furioso gli venne sopra colla scure levata: ma un sasso scagliato da un galea gliela fe’ cadere e nel chinarsi a riprenderla, il Lauria già svelto il dardo, con quello stesso lo passò dalle reni al petto. Colla morte dell’ammiraglio, cadde l’animo de’ suoi; onde, tranne sei galee, che durante la pugna eransi salvate colla fuga e quelle affondate, tutta l’armata venne in potere de’ Siciliani.
      Avea intanto re Carlo fatto ogni sforzo per avere una poderosissima armata; e a tale oggetto avea dato ordine in tutte le città marittime dei suoi stati di apprestare quante galee poteansi e mandarle in Napoli, ove egli dovea presto recarsi con numeroso esercito, per fare un gran colpo sulla Sicilia. Governava Napoli Carlo soprannominato lo zoppo principe di Taranto suo figliuolo primogenito.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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