Quindi venne il re a Gaeta. Presi e saccheggiati i sobborghi, accampossi in luogo munito. Vi accorse con tutte le sue forze il conte d’Artois, ma trovatone ben fortificato il campo, fermossi indi presso.
Mentre stavan così il conte ad assediare il re, e ’l re ad assediar la città, sopraggiunsero ambasciatori del re d’Aragona e del re d’Inghilterra, per opera de’ quali fu conchiusa una tregua di due anni, durante i quali dovea dal pontefice trattarsi una stabile pace. I due eserciti si ritirarono, ma per rispetto alla dignità del re, il conte decampò tre giorni prima.
IV. - In quell’anno stesso Alfonso re d’Aragona per aver pace dal re di Francia che minacciavalo di nuova guerra, mise in libertà il principe Carlo, già riconosciuto per re sotto il titolo di Carlo II volgarmente chiamato Carlo lo Zoppo. Avea re Pietro prima di morire ordinato al figliuolo Giacomo di mandar quel prigioniere in Aragona: e Giacomo, non potendo negarsi ai comandi del padre, era ito in Cefalù, ove era egli custodito, ed avea ottenuto da lui la promessa, che arrivato al trono, non avrebbe più contrastato a lui o a’ suoi successori il possedimento della Sicilia; che avrebbe dato in moglie all’infante Giacomo Bianca sua figliuola, dandone in dote qualunque diritto su questo regno. Un’altra di lui figliuola dovea sposare l’infante Federigo, colla dote del principato di Taranto e della contea di Monte Sant’Angelo, un dì patrimonio del re Manfredi. E finalmente Filippo secondogenito del principe dovea menare in moglie Violante, sorella dell’infante; e per maggior sicurezza obbligavasi a lasciare in ostaggio in mani di re Pietro tre de’ suoi figliuoli sino all’adempimento de’ patti, e giurò sopra i santi evangeli di osservar tale promessa.
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