Se fosse dopo ciò continuato nel comando, avrebbe potuto esser complice del tradimento; indi in poi nessuno avrebbe avuto più fede in lui; e però deponeva il comando per ritirarsi a vita privata nella sua terra di Castiglione. Ed allora vedrassi, conchiuse, quanto vale Ruggieri di Loria.
Il re, che altronde non avea animo da tollerare l’insolenza altrui, punto da quel superbo parlare, per cui veniva a darsi a lui la taccia di sleale e di spergiuro, gli rispose «Se grandi a sono stati i vostri servizî non meno grandi ne sono state le ricompense. Ma, perchè mostrate di non conoscere ancora l’animo mio, vi voglio avvertito, che se alcuno dei più famosi fra gli antichi eroi tornasse in vita e facesse per me l’acquisto di tutti i regni della terra, non però lo tollererei con animo docile, se avvelenasse con anima superba i suoi servizî. Vi duole o mostrate dolervi del caso di Regibal: ma Dio è testimone, che in ciò io non ebbi alcuna parte. Sa tutto il campo che io tinsi la mia destra del sangue dei miei sudditi per riparar l’accaduto, e tutto il campo sa ciò che feci per ristorare il danno sofferto da’ Francesi. Dato ancora che in ciò vi fosse stato manco di fede, mia e non vostra ne sarebbe l’infamia; che voi avete giurato sull’anima mia, (giuravano allora i sudditi sull’anima del re). Fate ciò v’aggrada, andate ove volete, ma ricordatevi sempre che la mano di Dio castiga i superbi.»
Ciò detto mostrando di non curarne più oltre, cavalcò a diporto per quelle campagne. Ma fattosi avanti Corrado Lanza, cognato del Loria, uomo d’alto senno, cominciò a pregarlo a perdonare il cognato: egli stesso si presentò mostrandosi pentito dell’ardire.
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