Giacomo tornò in Aragona per allestire una grande armata; il Loria salito sur un veloce naviglio, si diresse per la Sicilia, forse con animo di levar qui una guerra intestina. Il re, avutone lingua, fe’ mettere in agguato alcune galee all’isole Eolie per intraprenderlo. Giunto in quelle alture, avvistosi di quei legni, si volse per fuggire, e, forse favorito dai comandanti di essi, gli venne fatto di ridursi salvo in Napoli.
Giovanni suo nipote allora, forse consapevole dei disegni dello zio, comechè assai amato fosse dal re, come colui che nato era ed educato in corte, corse a Castiglione ed ivi levato lo stendardo della rivolta, tentò prima di ribellare Randazzo, e non venutogli fatto, saccheggiò la piccola terra dì Mascali. Contro lui il re si diresse con grandi forze. Assediò Castiglione e dopo lunga resistenza finalmente l’ebbe a patto di andarne Giovanni ed i suoi immuni in Calabria. Francavilla era già stata presa da’ Messinesi. Il castello d’Aci fe’ più lunga difesa, come quello che posto sur altissima rupe non temea l’assalto e ben provveduto era di viveri e d’ogni bisognevole. Pure tali furon le macchine dal re poste in opera, che finalmente i difensori, certi che il Loria non potea venire in loro soccorso, s’arresero. Così Rugieri di Loria dopo una gloriosissima carriera perdè in un momento l’onore e le vastissime possessioni a lui largite dai re di Sicilia. Egli intanto giunto in Napoli, avuta da re Carlo una mano di soldati, corse in Calabria e si die’ a ribellare quelle città, quale di forza, quale colla frode.
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