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      A tale oggetto spedì per quelle parti un’armata di quaranta galee, sulle quali imbarcossi Filippo principe di Taranto suo secondo figliuolo, con settecento cavalieri, e, navigando senza disastro presero terra presso Trapani ne’ primi giorni di novembre del 1299.
      IV. - Il re in questo, visitate prima e provveduto alla difesa di Siracusa, Lentini e quelle poche città che gli rimaneano nel Val di Noto, erasi ridotto con tutte le sue forze in Castrogiovanni. Quivi gli giunse la nuova dello sbarco del principe di Taranto. Chiamati i capitani a consiglio, Blasco Alagona fu di avviso non esser convenevole che il re lasciasse Castrogiovanni per andare di persona ad affrontare il principe dachè il duca di Calabria, già padrone della maggior parte del Val di Noto, e che poco di lungi era, saputa la sua mossa, potrebbe tenergli dietro e torlo in mezzo, quando lo vedesse a fronte del fratello: e propose in quella vece di andarvi egli stesso con buon nerbo di gente, restando il re a tenere a freno da quest’altra parte i nemici. Tutti assentirono, tranne un Sancio della Scala, il quale stava silenzioso a piedi del re. Chiesto il suo parere, disse «I re di Aragona, progenitori vostri, non sarebbero mai venuti a capo di conquistar tanti regni, se non fossero stati i primi a pigliar le armi. Ciò che si propone, in altri tempi sarebbe forse sano consiglio: oggi potrebbe ascriversi a vostra pusillanimità; e basterebbe il solo dubbio di ciò per far venir meno del tutto il cuore dei Siciliani. Un passo ardito può rivelare il coraggio della nazione.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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