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      Il conte di Valois, il quale tutt’altro avea in animo che spendere il tempo e la gente in Sicilia, lasciato Corleone si diresse a Sciacca. Venne colà a raggiungerlo l’ammiraglio Loria, al quale, costeggiando da quella parte la Sicilia, era venuto fatto di soprapprendere Castell’a mare del golfo; e così venne la città stretta per mare e per terra. Ma Federigo d’Incisa, che comandava la città, preparossi ad ostinata resistenza; e ’l re da Polizzi erasi trasferito in Caltabellotta.
      II. - Tale era lo stato delle cose in Sicilia quando la duchessa Giolanda, la quale tanto avea travagliato per pacificare lo sposo col fratello e forse con tale intendimento avea seguito il marito, lasciata da lui in Termini, vi finì nel fior degli anni i giorni suoi. Il fratello e lo sposo, i Siciliani e i francesi trambasciaron del pari per la morte di questa virtuosa principessa.
      Ma più grave calamità venne presto ad affliggere l’esercito nemico. Una pestilenza cominciò a manifestarsi nel campo, tanto fiera che ne morivano a migliaia, non che gli uomini, i cavalli. Perdita gravissima, perchè in quell’età la cavalleria era il nerbo principale dell’esercito, e, quel ch’era peggio, irreparabile.
      Il re, saputo ciò, volle coglier quel momento, in cui i Francesi già stanchi di un’assedio di quaranta giorni, oppressi dal male, diminuiti, con pochi e mal sani cavalli, poca resistenza poteano opporre, per iscagliarsi loro addosso e finire in un colpo la guerra; e però scrisse da per tutto per riunire presso di se tutte le forze del regno.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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