Un gran numero di venturieri aragonesi, catalani, calabresi, venuti in Sicilia per la guerra; moltissimi siciliani, i quali non conosceano più altro mestiere che le armi, fatta la pace, formavano una marmaglia indisciplinata, più infesta al paese amico che non lo era stata al nemico. Il re per disfarsene ne formò una banda comandata dal valoroso Rugieri da Brindisi, e dato loro navi, munizioni e quanto loro abbisognava, li mandò all’imperatore Andronico di Costantinopoli, che lo avea richiesto d’ajuto contro i turchi, che invadeano l’impero. Giunti costoro in numero di ottomila in levante, vennero contro i turchi in Morea. Trentamila ne uccisero in due battaglie: la provincia fu liberata dai turchi, ma tosto fu maggiormente oppressa dai suoi liberatori. Rugieri ebbe il titolo di Megaduca di Romania ed una nipote dello imperatore in moglie. Ma bentosto i soldi eccedenti ch’essi pretendeano, le depredazioni e violenze da loro commesse, li resero odiosi allo imperatore ed al popolo più degli stessi ottomani. Andronico, non avendo altra via di disfarsene, invitò un giorno il Megaduca di Romania a venirlo a trovare in Adrianopoli, ed ivi lo fe’ con un tradimento mettere a morte.
Mancato il capo, la magior parte dei suoi compagni si sbandò e si die’ ad infestare le coste del mediterraneo. Una banda di millecinquecento più arditi degli altri si afforzarono in Gallipoli sull’Ellesponto, quindi infestavano le sponde d’Europa e d’Asia. L’imperadore v’accorse con grandi forze per isnidarneli: ma quel pugno di bravi disperse due volte quel numeroso stuolo di greci imbelli.
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