Finalmente, abbandonata Gallipoli vennero a conquistare Atene. Per avere un capo ne offrirono la sovranità al re Federigo, il quale vi mandò un governatore. D’allora in poi il ducato d’Atene fu considerato come annesso al regno di Sicilia, ed uno dei figli del re ebbe titolo di duca d’Atene.
Mentre tali cose accadevano in oriente, la Sicilia era stata tranquilla. Correa il duodicesimo anno dalla conchiusione della pace di Caltabellotta. Roberto era già re per la morte del padre, e comechè il re Federigo avesse sempre agguatato il destro di venire alla guerra per rifarsi di ciò che avea perduto colla pace, pure non gli era venuto fatto: avea però careggiato sempre i ghibellini d’Italia per averne, quando che fosse, alcuno ajuto: e Roberto per la ragione stessa teneasi amici i guelfi.
Era in quest’anno 1313 venuto a coronarsi in Roma l’imperatore Errigo VII. Re Roberto nulla avea lasciato intentato per frastornar quella funzione, a segno che la coronazione non potè aver luogo nel vaticano, ma ebbe a farsi in San Giovanni Laterano. Per vendicarsene l’imperatore con formale sentenza lo dichiarò decaduto dal trono (erano in moda allora tali sentenze) e si strinse in lega col re Federigo, cui die’ il titolo di gran maresciallo ed ammiraglio dello impero.
Forte di tale appoggio il re, invase la Calabria. Reggio, Catania, Mottamoro, Scilla, Bagnara, eran venute in suo potere, quando l’imperatore lo invitò a recarsi con tutte le sue forze in Gaeta, ove verrebbe egli stesso col suo essercito, e con lui Lambo Doria colle galee dei genovesi, per invader quindi colle forze unite quelle provincie.
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