L’anno appresso, giusta il piano concepito da re Roberto, venne in Sicilia Bertrando del Balzo conte di Montescaglioso cognato di re Roberto, cui chiamavano il conte Novello. Addì 4 giugno del 1326 sbarcò alle spiaggie di Solanto, venne a Termini, ne devastò le campagne, ne distrusse il borgo e quella parte della città che diceasi terra vecchia, e quindi imbarcatosi, passato lo stretto, venne sino alla marina di Lentini. Fermatosi ivi alquanto senza venire in terra, lentamente costeggiando tornava verso il faro. I cittadini Aci all’appressarsi di quell’armata cominciarono a provocare i nemici con ogni maniera di contumelia; perchè quelli lor corsero sopra. Gli Acitani si ripararono nel castello colla robba loro più preziosa. I napolitani, trovata la città deserta, trattone le ciarpe che vi trovarono, vi misero fuoco. Come tal danno era avvenuto a coloro dal non sapere frenar la lingua, venne in uso in quei tempi di rammentar l’incendio d’Aci agl’importuni ciarlieri. I Napolitani, ciò fatto tornarono in Termini, corsero sino a Ciminna, che misero a ferro ed a fuoco, e danneggiate al ritorno le campagne di Palermo, si partirono.
Un’altra incursione fu fatta l’anno appresso da Rugieri di Sangineto Conte di Coriolano. Anche ai Genovesi saltò allora il grillo in capo di venire a danneggiar la Sicilia. Un Barbanaria di quella città venne in quell’anno a sorprendere Agosta: coltala alla sprovveduta, se ne fece padrone e tosto si mise in punto di assediarne il castello: ma Blasco Alagona, che in Catania era, saputo, non si sa come, il disegno di costoro, erasi posto colla sua gente in agguato, e corso loro sopra senza dar loro tempo di rifuggirsi alle navi, ne fe’ macello.
| |
Roberto Sicilia Bertrando Balzo Montescaglioso Roberto Novello Solanto Termini Lentini Aci Acitani Aci Napolitani Termini Ciminna Palermo Rugieri Sangineto Conte Coriolano Genovesi Sicilia Barbanaria Agosta Blasco Alagona Catania
|