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      Il Barbanaria ferito in più luoghi, restò prigione, di coloro fra i suoi, che avean preso terra, nessun campò, le navi fuggirono.
      V. - Mentre in Sicilia tali cose accadevano, la Germania era lacerata da due contrarie fazioni. Lodovico duca di Baviera e Federigo di Austria contendeano per l’impero. Ognun dei due vantava una elezione. Patteggiavan pel Bavaro i ghibellini, eran per l’Austriaco i guelfi e con essi papa Giovanni e Roberto di Napoli. Il re, com’era di ragione, s’era stretto in lega col primo, il quale dopo lungo contrasto superò e diresse le sue armi in Italia per sottomettere i guelfi e trar vendetta del papa e di Roberto.
      Addì 17 gennaro del 1327 fu Ludovico coronato in Roma, e dopo la sua coronazione, a dì 18 di aprile del 1328, congregato tutto il popolo romano, coll’intervento di tutti i prelati e baroni di quelle parti dichiarò papa Giovanni decaduto dalla dignità pontificia, come simoniaco, eretico ed usurpatore dell’autorità temporale, contro l’espresse parole di Gesù Cristo, che disse «Regnum meum non est de hoc mundo.» E, come quel pontefice avea trasferita in Avignone la sede pontificia, stanziò, che quindi innanzi i papi non potessero oltre a due mesi dilungarsi da Roma. Ivi a pochi giorni fece scegliere al popolo romano un’altro pontefice, e questo fu un Pietro Corbara abbruzzese dell’ordine de’ minori osservanti, che fece chiamarsi Niccolò V.
      Volea l’imperatore che re Federigo riconoscesse quel suo antipapa: ma il re rispose essere a lui collegato nelle cose temporali, non nelle spirituali; avere assai da dolersi di papa Giovanni, ma ciò non di manco, tenerlo leggittimamente eletto.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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