Il solo grand’animo di Federigo potea tenere a freno la stemperata loro ambizione: ma in quel regno gloriosissimo, mentre la Sicilia tanto rispettata divenne al di fuori, covava nel l’interno il foco delle intestine discordie, che vennero a lacerarla, cognita appena la sua morte; anzi la prima scintilla ne fu suscitata negli ultimi anni dello stesso Federigo.
Era allora in grande stato appo quel re Francesco Ventimiglia conte di Geraci, il quale avea menato in moglie la Costanza sorella di Giovanni Chiaramonte conte di Modica: ma poi preso da violento amore per una Margherita Consolo, dalla quale avea avuto più figliuoli, cui volea lasciare le vastissime sue possessioni, fatto divorzio colla moglie ottenne dal pontefice la legitimazione dei figliuoli avuti dall’adultera, comechè vivente fosse il marito di lei. Il conte di Modica si tenne gravemente offeso dell’affronto fatto alla sorella: ma non osando trarne vendetta per timore del re, nè volendo star presso al suo nemico, andò all’imperator Ludovico, dal quale fu ben accolto e tanto gli venne caro che lo promosse a principe dello impero. Dopo alcuni anni, con animo più che mai inteso a vendetta tornò in Sicilia, menando seco una schiera di tedeschi. Intanto le più nobili e potenti famiglie aveano preso parte all’inimicizia dei due conti, quale per l’uno, quale per l’altro. Il re, per ispegner l’incendio, cominciò a trattare la pace tra le due famiglie, ed a tale oggetto chiamò a se in Palermo il conte di Geraci e Giovanni Chiaramonte, zio del conte di Modica; ma questi, nulla curando le trattative incominciate dal re, e forse per non lasciarsi scappare dalle mani la vendetta, venne in Palermo accompagnato dai suoi tedeschi.
| |
Federigo Sicilia Federigo Francesco Ventimiglia Geraci Costanza Giovanni Chiaramonte Modica Margherita Consolo Modica Ludovico Sicilia Palermo Geraci Giovanni Chiaramonte Modica Palermo
|