Pagina (975/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Colse quel destro un Giovanni Manna giudice, il quale, comechè si mostrasse amico del duca e fosse suo confidente, pure era in cuore caldo partigiano dei Palici. Costui trovandosi in Catania, cominciò a sparger d’esser il duca morto di quel male, e venne assicurandolo in tutte le città tra Catania e Messina. Erano in queste città molti amici de’ Palici, i quali a quell’annunzio si diedero a tumultuare, misero a morte il luogotenente dello stratigoto, cambiarono i magistrati della città, uccisero molti degli amici del duca e ne saccheggiarono le case, e finalmente venne lor fatto d’insignorirsi del castello del Salvadore, ma furono respinti dalle altre fortezze.
      Avuto il duca notizia di tale sommossa, corse con armata mano in Messina. Al suo avvicinarsi i sediziosi si trassero nel castello del Salvadore, ove cercarono d’afforzarsi con gente venuta da Calabria in loro soccorso: ma strettamente assediati dal duca, i capi fuggirono in Calabria, gli altri fur presi, ed alcuni di essi furon puniti di morte, fra’ quali il traditore Manna ed un suo fratello.
      In quell’anno stesso finì di vivere in Napoli il re Roberto, lasciando il trono a Giovanna nata da Carlo III suo figliuolo a lui premorto e maritata ad Andrea, figliuolo del re d’Ungheria. Volendo la nuova regina segnalare il principio del suo regno, apprestate grandi forze, le mandò nel 1335, sotto il comando di Goffredo di Marzano conte di Squillaci ad assediar Messina. Comandava in quella città don Orlando d’Aragona, il quale malgrado il gran numero degli assalitori, si difese con gran cuore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Giovanni Manna Palici Catania Catania Messina Palici Salvadore Messina Salvadore Calabria Calabria Manna Napoli Roberto Giovanna Carlo III Andrea Ungheria Goffredo Marzano Squillaci Messina Orlando Aragona