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      Grave perdita in questo soffrirono i Chiaramonti per la ribellione di Siracusa, ove furon messi a morte coloro che maggiormente teneano dalla parte loro. Il re che allora avea preparato un grand’esercito per assediare Lentini, avuta quella notizia, ne mandò la miglior parte in Siracusa sotto il comando di don Artale Alagona per tema che la città avesse potuto essere ripresa da’ Chiaramonti. Giuntovi l’Alagona, trovò che don Orlando d’Aragona e ’l barone di Sciortino erano già entrati nella città con dugento cavalieri; onde, tenendola sicura, mosse per fare ritorno in Catania.
      Manfredi Chiaramonte in questo, saputo la ribellione di Siracusa e l’esercito che quindi tornava, venne fuori da Lentini e mandò avanti sessanta cavalieri ad appiattarsi in un sito detto li grutti di li Rigitani, onde credea che i regî dovessero passare, per assalirli alla sprovveduta e disordinargli; onde sopraggiunto egli col resto delle sue forze, ne avrebbe fatto macello. Ma gli venne fallito il colpo. Gli esploratori, che don Artale mandava avanti, avvistisi di quella truppa nascosta, tornarono indietro a dargliene avviso. Era lo esercito regio sulla vetta d’un erto colle, onde scoprivasi una pianura e i nemici che a gran passi colà s’avviavano. L’Alagona soprastette e chiamò i suoi capitani a consiglio. Rugieri Tedesco disse, che non era tempo da perdere, che il nemico avviavasi alla pianura; bisognava correre a lui per avere il vantaggio del terreno. Senz’altro discutere, l’esercito scese al piano.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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