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      Era già da alcuni anni conchiuso il suo maritaggio colla principessa Costanza figliuola di Pietro IV re d’Aragona. Don Artale Alagona, gran giustiziere del regno, sperando che ammogliato il re si sarebbe sottratto dalla tutela, in cui tenealo il conte di Geraci, spedì alla corte di Barcellona don Orlando d’Aragona per sollecitare la venuta in Sicilia della nuova regina.
      Ma quel matrimonio del re non andava a sangue del conte di Geraci, il quale temea che il re d’Aragona avrebbe in ogni caso potuto dar grande appoggio al genero. In quella vece proponeva al re la figlia del duca di Durazzo dei reali di Napoli, e così veniva a procurarsi un valido appoggio nella regina Giovanna congiunta della principessa. Il gran giustiziere e gli altri baroni, avuto lingua di ciò, unitisi, colle loro rispettive forze vennero a trovare il conte di Geraci, che allora trovavasi in S. Filippo d’Argirò, chiedendo, che il re fosse messo in libertà. Il conte, che non avea a quel momento forze da resistere, promise a quei baroni che nell’imminente festa di S. Agata, quando gran parte del regno sarebbe concorsa in Catania, colà avrebbe menato il re: della qual promessa coloro trovatosi contenti, si partirono. Ma il conte, che tutt’altro avea in animo che tener quella promessa, per avere un partito da far fronte a quei baroni, pacificossi co’ Chiaramonti, e per render più salda la pace, die’ in moglie una sua figliuola al figlio del conte di Modica, e fece modo che i Chiaramonti tornassero in grazia del re.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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