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      La pace fu bandita, e così tutto il regno venne in potere del re tranne Messina e Milazzo, che si teneano da’ Napolitani.
      La principessa Costanza intanto arrivò in Trapani. Guido Ventimiglia, fratello del conte di Geraci, che comandava quella città, le vietò lo ingresso; onde la principessa andò a sbarcare alla Favignana.
      In questo il re, saputo l’arrivo della sposa in Trapani, volle recarvisi. Il conte nol vietò, ma accompagnollo, e cammin facendo venivagli insinuando, che il regno era sconvolto a causa dei baroni catalani; che una regina aragonese avrebbe accresciuto il loro ardimento, ed il disordine ne sarebbe stato maggiore. Il re finse persuadersi di quelle ragioni, e, giunto appena in Trapani, volle ripartirne e fe’ ritorno in Cefalù.
      La principessa, saputo l’arrivo del re in Trapani e ’l suo celere ritorno in Cefalù, mandò a lui un frate domenicano suo confessore per saperne il perchè. Il re scaltrito dall’amore, trovandosi presente il conte di Geraci, quando il frate venne a lui, lo accolse a sopracciglia levate, e con piglio severo gli disse «A che veniste?» Il frate rispose esser mandato dalla sua sposa per saper la cagione del suo sollecito ritorno da Trapani senza volerla vedere. «La ragione » rispose il re «del mio ritorno è palese a tutti. Il mio regno è stato sconvolto per opera de’ Catalani, ora è stato pacificato da questo magnifico conte. Non voglio ridestar lo incendio, dando nuovo coraggio ai Catalani con mettermi a’ fianchi una sposa della loro nazione; per ciò non voglio sentir più parlare di tal matrimonio.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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