VI. - Finalmente dopo tanti luttuosi accidenti fu conchiusa, per opera di papa Gregorio XI, la pace tra re Federigo e la regina Giovanna: pace ignominiosa che solo un re imbecille potè sottoscrivere. Si convenne che re Federigo si avesse la Sicilia, come un dono della regina Giovanna e le pagasse in ogni anno tre mila once; che non re di Sicilia, ma di Trinacria s’intitolasse; che l’isola di Lipari restasse durante sua vita alla regina Giovanna; che nel caso che i dominî di lei fossero invasi, il re dovesse soccorrerla di dieci galee e cento cavalli; e che nessuna delle due parti potesse mai far lega coi nemici dell’altra. Presentato questo trattato al papa per essere approvato, Gregorio vi aggiunse che ambi i sovrani riconoscessero i loro regni come feudo della Chiesa e ne facessero omaggio ai pontefici; e che l’infante Maria potesse succedere nel regno al padre, malgrado l’ordine di successione stabilito dal re Federigo II. Fortunatamente la prima di queste condizioni fece che quel trattato non fosse mai in appresso eseguito, comechè i due paesi fossero restati in pace; dacchè, per non dichiararsi vassalli del papa, nè la corte di Napoli, nè quella di Palermo fecero mai valere quel trattato.
VII. - Per render poi più durevole la pace fu convenuto il matrimonio del re con Antonia del Balzo, figliuola del duca d’Andria, la cui madre era stretta congiunta della regina. Venuta in Messina nel 1374 la nuova regina, vi si celebrarono le reali nozze. Nel settembre poi di quell’anno il re venne colla sposa in Palermo per esservi coronato colla regina.
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