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      Per riparare un tal male Alfonso die’ l’incarico a Leonardo di Bartolomeo gran protonotaro del regno di compilare un corpo di leggi per determinare le forme dei giudizî; e veramente il Bartolomeo era da tanto. Compito il lavoro e riveduto dal sacro consiglio, fu presentato al re, il quale a richiesta del parlamento lo approvò e ne ordinò l’osservanza addì 23 ott. del 1446 (553).
      Tali leggi furono in vigore sino all’età nostra o per dir meglio, non vennero mai dalla pubblica autorità abrogate, ma erano nel fatto sfigurate ed impunemente violate nella pratica; indi nasceano grandi querele e vivo desiderio, di una riforma. Noi non diremo certamente che il rito stabilito da Alfonso era ottimo di se stesso e molto meno che dopo quattro secoli la società non si fosse alterata in modo da chiedere la modificazione: ma è certo rimproverevole la nostra stemperata smania d’innovare, senza esaminar prima ponderatamente, se il male nascea dalla legge o dalla inosservanza di essa, onde vedere fin dove estendersi dovea la riforma.
      XII. - Un titolo anche maggiore acquistò Alfonso alla benevolenza de’ Siciliani ed all’ammirazione dei posteri, per l’alto senno da lui mostrato nella scelta delle persone destinate al comando delle armi o al reggimento de’ popoli. Mandava egli ora uno ora più vicerè a reggere il regno in suo nome, e siciliani e stranieri, ma tutti di un merito distinto. Egli ebbe il soprannome di magnanimo ed a buon dritto: certo fu prova di gran cuore il rivolgere ogni suo studio a fare risorgere le lettere in Sicilia.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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