Ma nel partire fu solo concesso ai più facoltosi di portar una veste usata, un materasso, una coperta da letto di lana o di saja, un pajo di lenzuoli usati; pochi viveri, che appena bastavano durante il viaggio, e tre tarì per pagare il nolo, ed oltracciò i poveri doveano andare a carico de’ ricchi. Il vicerè non potè far altro che permetter loro di raddoppiare gli arredi, tranne la veste che dovea essere una sola e non nuova. Nè ciò fu tutto: i barbari esecutori di questi barbari ordini non gli lasciaron partire senza scucire i loro materassi e portar le mani licenziose fin sotto le vesti ed in seno alle donne, per cercare se aveano oro o denaro nascosto.
VII. - In merito della conquista di Granata, dello sfratto degli Ebrei e dello stabilimento del tribunale dell’inquisizione re Ferdinando ebbe concesso dalla romana corte per se e suoi successori nel regno di Spagna il titolo di cattolico. Ma quel titolo costò ben caro ai sudditi. La espulsione degli Ebrei era stata preceduta dalle enormi vessazioni del vicerè Gaspare de Spes (561); dalle spese straordinarie, per tenere il regno in istato di difesa contro Maometto II, dalle continue depredazioni non che de’ corsali affricani e genovesi, ma degli stessi siciliani od altri sudditi dello stesso re, più infesti de’ nemici, a segno che il parlamento continuamente reclamava e bandiva leggi intorno a ciò (562).
Pure re Ferdinando nulla curava la calamità de’ sudditi per contentare la insaziabile cupidità di estendere i suoi dominî. Nè pago del nuovo mondo, che il Colombo nel 1492 scopriva per lui, volse l’animo a cacciare dal trono di Napoli il proprio nipote col più nero tradimento, che mai fosse caduto in mente umana.
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