Ma poco vi si trattenne, dachè prima di giungervi morì l’arciduca Filippo, e la moglie ne fu così dolente, che ne perdè la ragione; onde re Ferdinando ebbe a ripigliar quel governo, finchè l’arciduca Carlo, primogenito di Filippo, fosse in età di regnare da se.
VIII. - La conquista della città d’Orano sulle coste d’Affrica fatta in quel tempo a proprie spese del cardinal Ximenes arcivescovo di Toledo, mentre governava la Castiglia in nome della regina Giovanna, fece nascere al re il desiderio di sottomettere altre città di quel littorale. Bugea e Tripoli vennero in suo potere. Quest’ultima fu da lui aggregata al regno di Sicilia, e ’l vicerè Ugo Moncada vi spedì millecinquecento soldati spagnuoli e siciliani, capitanati dal catalano Giacomo Requesenz dichiarato governatore di quella città. Ma ciò fu solo un nuovo peso addossato alla Sicilia in un momento che il regno era affatto esausto. Lo sfratto degli Ebrei avea fatto venir meno il commercio; per soprassoma una quantità ingente di falsa moneta erasi introdotta, per cui la diffidenza avea fatto cessare quel poco traffico che restava. Il vicerè Moncada, per riparare a ciò, mise fuori una grida, per ordinare che tutti coloro, che avean di tali monete, le portassero alla zecca per fondersi e riconiarsi, dovendosi pagare ai possessori dieci tarì per ogni oncia di argento puro che vi si fosse trovato. La perdita fu calcolata da secento fiorini, perdita enorme che potrebbe a dì nostri ragguagliarsi a settecentoquaranta mila once.
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