Re Carlo, conoscendo quanto i cavalieri di s. Giovanni poteano essergli d’ajuto nel tener lontane le armate turchesche, concesse loro nel 1530 in feudo le isole di Malta e del Gozzo e la città di Tripoli. Era ammiraglio di Solimano, Ariadeno, soprannominato Barbarossa, famoso in quell’età pel suo valore, il quale erasi insignorito del regno di Tunis, cacciatone il re Mulei Assen: e perchè la vicinanza di costui accrescea il pericolo della Sicilia e di Napoli, il re fece ogni sforzo per cacciare il Barbarossa da quel regno. Apprestò una numerosa armata, alla quale s’unirono trenta galee di Genova, dodici di papa Paolo III, quattro de’ cavalieri di Malta e due armate a proprie spese del marchese d’Eraclea, Giovanni Aragona Tagliavia, sulle quali imbarcaronsi molti nobili Siciliani, che vollero essere a parte dell’impresa.
Con tali forze Carlo recossi egli stesso in Affrica. La fortuna gli arrise: in pochi giorni il regno di Tunis venne in suo potere, ed egli ne investì l’antico re, che si dichiarò suo tributario; ma tenne per se la Goletta, piazza marittima, ove lasciò presidio.
III. - Da Tunis passò in Sicilia. Prese terra a Trapani addì 20 d’agosto del 1535. Restato ivi pochi giorni, mosse per Palermo. Il marchese di Geraci, ch’era allora presidente del regno, ed i magistrati andarongli incontro e lo trovarono nel bosco di Partinico. Ne furono graziosamente accolti: lo accompagnarono sino a Morreale, ove fermossi; e fatti in Palermo i necessarî preparamenti pel suo ingresso, vi venne.
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