Vero è che la plebe dava talvolta in criminosi eccessi; ma i patrizî e i magistrati sostennero sempre i diritti della città con modi legali e con ammirevole costanza; tanto che non valse ad intimorirli la straordinaria fermezza del vicerè duca d’Ossuna.
II. - Era costui sul fior degli anni. Prima di esser promosso alla carica di vicerè erasi pel suo valore segnalato nelle guerre de’ Paesi Bassi; al gran cuore ed a’ natali distintissimi univa colto e vivace ingegno, sommo amore per la giustizia, estremo rigore nella punizione de’ rei, modi piacevoli e popolari; e tali qualità teneano maggiore risalto dalla generosità sua. Conoscea ben egli, che i disordini del regno nasceano dalla dappocaggine di re Filippo, ch’ei chiamava «il gran tamburo della monarchia.» Volendo dire d’esser solo uno strumento, per far conoscere il volere del duca di Lerma. Il poco conto, in cui tenea il re, la lontananza della sede del governo, le guerre, in cui era involta la Spagna, l’esempio dell’Olanda, che avea saputo sottrarsi alla dominazione spagnuola, la sicurezza di trovare un appoggio in Arrigo IV di Francia e nel duca di Savoja, nemici della famiglia austriaca, fecero concepire a quest’uomo straordinario la speranza di convertire in proprio ed indipendente il delegato potere; e con fina sagacità copriva quel disegno con una condotta strana, che in apparenza sentiva del bisbetico, ma pure era tutta diretta a farsi temere ed amare dalla nazione. Colla sua straordinaria attività supplì alla debolezza della corte di Madrid.
| |
Ossuna Paesi Bassi Filippo Lerma Spagna Olanda Arrigo IV Francia Savoja Madrid
|