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      Lo stratigoto Luigi dell’Oyo, che pure avea fama di uomo virtuoso, confermò colla sua presenza e coll’autorità sua tutti questi procedimenti e ne die’ conto al vicerè principe di Lignè, il quale recatosi tosto in Messina, disapprovò quanto avea fatto lo stratigoto, lo allontanò dalla città, e dall’altra mano si die’ ad esaminare l’amministrazione tenuta dal senato e punì i colpevoli. La tranquillità parve ristabilita, ma il germe della sommossa restava. Due fazioni eransi formate in quella città; quella della plebe, che diceasi dei Merli; quella del senato e de’ patrizi, che dei Malvizzi avea nome. Il marchese di Crispano nuovo stratigoto favoriva i primi. Un sarto della fazione de’ Malvizzi fu da lui carcerato per una pittura esposta sulla sua bottega, che lo stratigoto credè allusiva alla sua condotta. Il senato e molti nobili intercessero in suo favore; lo stratigoto negossi a scarcerarlo. Riunitosi allora nel palazzo del comune il senato, al suono della gran campana del duomo convocò il consiglio della città e tutti coloro che erano erano de’ Malvizzi. Vi fu stabilito di pigliar le armi e cacciare lo stratigoto e tutti i Merli. Una turba di faziosi armati, con due cannoni, corsero ad assaltare il palazzo dello stratigoto, il quale difeso da dugento fanti spagnuoli si difese assai tempo. In questo il senato pubblicò un’avviso, con cui palesava di aver permesso al popolo di armarsi per liberar la città dall’oppression dei Merli e dello stratigoto: dichiarava nemici della città il marchese di Crispano, il suo antecessore Luigi dell’Oyo, il vicario generale dell’arcivescovo, il principe di Maletto Spatafora, il presidente Alliata, l’avvocato fiscale della gran corte Painotto, Anzalone, avvocato fiscale della corte dello stratigoto, e tutti coloro della famiglia Cirino; annullò tutto ciò che era stato stabilito nel 1671, tranne il capitolo che tre de’ senatori fossero popolani, ed abolì la quarta dogana, ch’era stata rimessa dal principe di Lignè. E tanto il governo spagnuolo avea avvezzato quel popolo a governarsi quasi come repubblica indipendente, che il senato tenendo affatto regolare la sua condotta, spedì messi al marchese di Bajona vicerè, per dargliene conto e chiedere la punizione de’ Merli, autori di tanti trambusti.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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