A quattr’ore p. m. cominciò lo attacco tra le due antiguardie: al primo scontro restò morto dei Francesi il marchese d’Almares, che comandava quella prima squadra, di cui prese tosto il comando il cavaliere di Vallebelle. Quella prima linea già piegava; l’ammiraglio Duquesne, invece di correre ad attaccare il centro dell’armata olandese, ebbe a voltarsi, per sostenere la sua antiguardia, gli altri legni olandesi entrarono allora anch’essi nel combattimento, che divenne generale. Immensa fu la strage e grave il danno dall’una parte e dall’altra. Le tenebre della notte posero fine alla battaglia. Francesi ed Olandesi, come spesso accade ne’ combattimenti di mare, vantaron vittoria: ma Ruiter cadde e la sua morte equivalse pe’ Francesi alla più segnalata vittoria. Sin dalle prime fu colto da una cannonata, che gli fe’ saltare mezza gamba; trasportato nel suo letto continuò a dar gli ordini per la battaglia, che vennero così bene eseguiti da Gerardo di Galembourg primo capitano del vascello, che nessuno s’accorse della sua mancanza. Dopo la battaglia fu posto in terra a Siracusa, ove dopo pochi giorni si morì. Fu sepolto in una collina presso la città (624). La sua armata venne a fermarsi in Palermo.
Nè in terra posavan le armi. Il marchese di Villafranca, ingrossato l’esercito, s’avvicinò a Messina, mettendo a ferro ed a fuoco campagne e villaggi. Il marchese di Valevoir gli venne incontro e si pose in agguato; ma una legione di Messinesi, che seco avea, mal rispettando gli ordini suoi, invece d’aspettare il nemico al luogo delle tese insidie, gli corse contro.
| |
Francesi Almares Vallebelle Duquesne Olandesi Ruiter Francesi Gerardo Galembourg Siracusa Palermo Villafranca Messina Valevoir Messinesi
|